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Nuova opportunità per le PMI italiane: contributi a fondo perduto per autoproduzione di energia da fonti rinnovabili- Decreto direttoriale 30 giugno 2025

  • alessandramattei
  • 7 lug
  • Tempo di lettura: 2 min

Dal prossimo 8 luglio 2025, le micro, piccole e medie imprese italiane potranno presentare domanda per ottenere contributi a fondo perduto fino a 1 milione di euro destinati alla realizzazione di impianti per l'autoproduzione energetica. Si tratta di un'iniziativa promossa dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) nell’ambito del PNRR – programma REPowerEU.

L’obiettivo è chiaro: aiutare le imprese a ridurre i costi energetici e migliorare la sostenibilità ambientale, incentivando l’adozione di soluzioni basate su fonti rinnovabili.

  • Chi può partecipare?

Il bando è rivolto a tutte le PMI con sede in Italia, con l’esclusione delle imprese attive nei settori carbonifero, agricoltura primaria, pesca e acquacoltura.

Le attività devono inoltre rispettare il principio DNSH – Do No Significant Harm, garantendo che gli investimenti non arrechino danni significativi all’ambiente.

  • Cosa finanzia?

Sono ammessi progetti di investimento compresi tra €30.000 e €1.000.000, riguardanti:

-L’installazione di impianti fotovoltaici o mini-eolici destinati all’autoconsumo;

-L’adozione di sistemi digitali per il controllo e l’efficienza energetica;

-L’integrazione con sistemi di accumulo, purché almeno il 75% dell’energia immagazzinata provenga da impianti di produzione diretta;

-La realizzazione di una diagnosi energetica ex-ante, incentivata separatamente.

  • Contributi previsti

    -40% delle spese per micro e piccole imprese;

    -30% per le medie imprese;

    -Un +30% aggiuntivo per interventi che prevedono sistemi di accumulo;

    -50% delle spese per la diagnosi energetica.

  • Quando e come partecipare?

Le domande potranno essere inviate dall’8 luglio al 30 settembre 2025

La selezione avverrà con procedura a graduatoria, valutando elementi come:

-La capacità dell’impianto di ridurre il fabbisogno energetico esterno;

-La sostenibilità tecnica ed economica del progetto;

-L’eventuale possesso di certificazioni ambientali, rating di legalità o politiche di parità di genere.

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